Un progetto di MAURIZIO BARRACO

giovedì 19 gennaio 2012

Daniela Bisin - Italia

Corpi di Poesia


"Chi Siamo"


Batti
Batti
Batti
Ritmo incauto e incessante
La terra trema
E violento è l’urto
Di questo silenzio che urla
Appeso
Come giunchi curvi
Come le tue braccia strette contorte
E il galoppo veloce
Redini tese gridanti
Batti
batti
batti
Come sottomesso e perduto segno della carne
Chi siamo noi?
Confusi pezzi di corpi
Intrecciati e vinti
Fra le nostre liquide reliquie
Come bachi filanti di sete.



"Tempo"


Ne vinto
Ne perso
Acclama il tempo
L’incedere lento
Della vita
Solitarie note
Rinsecchite dal vento
Giacciono
Orme d’ombra
A testimonianza
Di ogni passato
Passato
Termina qui
Dove il futuro
Non ha più presente.
Intorno il niente.


"Immagini"

Fotogrammi
Infinite repliche
Consumano
L’osservare
L’umano
Come goccia che scava la roccia
Tamburi che scandiscono
Il ritmo dei giorni
Mentre il colore fluisce
Mentre il colore definisce
Mentre il colore esplode
Mentre il colore sbiadisce
Rendendo ogni vita
Immagine
Icona di spazio e tempo
Mani e mente
Legate indissolubilmente
Nel cerchio del ripetere
Del creare
Nel ciclo infinito
Di nascita e morte.



"L'attesa"

Il fuoco
Digrigna i denti
E mentre consuma e arde
Noi restiamo
Braccia fra le braccia
In attesa che qualcosa
Qualcosa cambi
Facendo di noi
Anime nuove
Nella rinascita
Di una nuova visione.
E’ errore
Ogni stasi
Vorticosamente
Girano molecole
Senza ritegno e pudore
Abbiamo
Stringhe a legarci
Da sciogliere
Da recidere
Mentre tutto va
Perché non sia vana
Questa lunga attesa.


"La creazione"

Architettura diafana
Corpo millantato
Cammino di perdizione
Io faccio di te
La creazione di un attimo
Travisando
Ogni legittimo desiderio
Di carne e sangue
Rendendoti
Oggetto spoglio del mio averti
In questo castone
Di vermiglio intenso
Ora so
Sei uno stralcio
Del mio inverecondo amarti
fatto opera
immobile per sempre.


"Lacca"

Sei rossa
lacca

a cui
cieco,

(sangue
di drago)

emergendo
da note
scure
di me,

attento
affogo

nel liquido
scivolare

di questo
crearti
nuova

luce
e specchio
dei miei sensi

icona
eterna
a cui consegno

la mia
infinita
ossessione.


"Lavacro Sacro"

Ossessione
Il verso del tuo corpo
Nello spazio
Traccia traiettorie impossibili
Come ali di uccelli
In un volo iperbolico
Che culminano
Fra la pelle dolce del viso
E il corpo caldo
A inondare ogni cosa
Come lavacro sacro
Mentre stordisce
Il senso
L’odore impietoso
Del mio desiderio accolto
Tu giaci
Come deturpata baia
Di maremoti
Vilipesa afflitta
E buchi
Come due spilli agli occhi
Il mio dolore d’anima
Mentre segnano
Mozzando il sangue
Stringhe avide di noi.




"Macchie"

Macchie

colori
indefiniti

costruiscono
te

a impressi
e rapidi
gesti

ti vedo
come
il torrente che
non argino

ti sento
come
il colore
che uso

sei

nelle mie mani
o oltre lo sguardo

ci sei
donna
musa

immagine
di un corpo
che mi accoglie
e urla.

Vivi ora
fra le mie mani
sciogliendo
ogni riserva

guarda
passami
l'anima.

Costruirò
di te
un corpo
un volto

mentre il tuo spirito
vola nel mio pennello.



"Pietas"

Sottile
L’ombra del tuo sguardo
Trapassa
E fugge mentre avvolge
Conquista la realtà intorno
intera
E osservo con tutti i sensi
Il tuo essere femmina
Ogni battere di ciglia
Ogni schiudere la bocca
Ogni respiro corto
Che il tuo seno danza
La pelle irta
E il senso del freddo
Io immobile
Tu mia pietas.


"Potere"

Succubi
Gusci spezzati
Senza tregua derisi
Perduti e stanchi
Siamo noi
Come insofferenti sabbie
Sparse sulle dune
A essere niente
A essere tutto.
Mentre la morte accompagna ogni passo
Intridere di vuoto
Ogni scelta
Ogni giorno
Ogni nulla.
Nelle mani oscene
Perduto il potere di essere.


"Repentini Segni"

Ho virale
Il tuo senso
Sotto pelle
Nel percorrerti
Repentini segni
Del mio violento battito
Investono la materia
Mentre la luce
Reclama
Ogni cellula
Del tuo corpo avvinto
Recluso in me
Come serpe gialla
Di un veleno
Che non vuole morire.


"Sangue"

Vernice caustica
Deborda come sangue
Su superfici pure
Colando verso il basso
Lasciando
Ogni di te
Trafitta
Come un rovo brullo
Mentre goccia
Il desiderio
Acceso di colore
Come improvvise
Aurore boreali
Spente fra le mie mani
Accese fra le tue gambe
Pilastri d’avorio statici
ad incorniciare
Il luogo dell’avere.


"Conchiglie"

Fatta creta
Impasto
Il tempo in un giallo cadmio
E ferisco la tela
Con le mani a definire
Il volume dolce
E la profondità
Mentre come conchiglie vive
Risuonano in te
I respiri densi e accesi
Ora
Che lo spazio fermo rimane
A rendere tutto finzione
Solo le labbra
Luogo di sadico piacere
Purpuree schiudi
Alla risacca.



Informazioni di contatto

Sito Web

Facebookhttp://facebook.com/daniela.bisin

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